Mutui da saldo grazie al Bund

Il mese di agosto passerà agli annali della finanza come uno dei più euforici sul fronte dei tassi. Tra i vari record che il mercato obbligazionario mondiale ha toccato — scrive Il Sole 24 Ore — si annovera il minimo di tutti i tempi per i rendimenti del Bund tedesco. Il titolo a dieci anni – che solo a maggio esprimeva rendimenti positivi – in settimana è sprofondato fino a -0,71%. Questa notizia interessa da vicino anche la platea dei mutuatari, tanto quelli che si stanno domandando se stipulare in questa fase un prestito ipotecario, ma anche tutti coloro che ne stanno già rimborsando uno e fanno bene a chiedersi se è il caso di migliorarlo attraverso la porta della surroga. Perché i tassi dei Bund – il titolo considerato più affidabile tra i bond dell’Eurozona – sono strettamente collegati anche agli indici Eurirs (degli swap con cui coprirsi dal rischio tassi per periodi che vanno da 1 a 50 anni) sulla base dei quali viene determinato il tasso di interesse dei mutui a tasso fisso (che si ottiene appunto aggiungendo all’Eurirs di periodo lo spread deciso autonomamente dalla banca in funzione della politica commerciale che intende adottare). Il crollo del tasso dei Bund è rimbalzato direttamente sugli indici Eurirsche fino alle scadenze di 20 anni sono scivolati per la prima volta nella storia sottozero. «Questo significa che chi oggi stipula un mutuo a tasso fisso con banche che adottano la formula “Eurirs + spread” e non quella del tasso finito, si vedrà per la prima volta calcolare il Tan (Tasso annuo nominale) attraverso la sottrazione dell’indice Eurirs allo spread se il mutuo non eccede la durata dei 20 anni – responsabile business development di MutuiSupermarket – In ogni caso il crollo degli Eurirs ha avuto un forte impatto sulle offerte delle banche. Oggi per la prima volta i migliori mutui a tasso fisso sono scesi sotto la soglia dell’1%». Anche i mutui a tasso variabile — continua Il Sole 24 Ore — stanno aggiornando nuovi minimi perché l’Euribor – l’indice di riferimento che viene aggiunto allo spread mese dopo mese per ottenere l’importo delle rate – sono sui livelli più bassi di sempre. In previsione di nuovi tagli da parte della Bce nella prossima riunione del 12 settembre, il mercato si è portato avanti. L’Euribor a 3 mesi è scivolato a -0,43% con prospettive di ulteriori scivoloni in base all’entità del taglio che l’istituto di Francoforte intenderà apportare al tasso sui depositi (al momento fissato a -0,4% ma “visto” a -0,5% o -0,6%), a cui l’Euribor è agganciato.

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